Alessandro Quarta: "A Sanremo con Il Volo? Indimenticabile": ecco l'intervista di Bellacanzone al violinista famoso in tutto il mondo e che continua a collaborare con Il Volo. Violinista, polistrumentista e compositore salentino, acclamato dalla CNN nel 2013 come “Musical Genius” e premiato nel 2018 a Montecitorio come “Miglior Eccellenza Italiana nel Mondo” per la Musica,
Dopo la straordinaria esibizione sul palco del Teatro Ariston insieme a Il Volo durante la serata dei duetti dell’ultimo Festival di Sanremo, il violinista, polistrumentista e compositore Alessandro Quarta continua la sua collaborazione artistica con il trio in qualità di ospite di alcune delle date del loro tour estivo.
Vuoi parlarci del disco “Alessandro Quarta Plays Astor Piazzolla”?
Il disco nasce da una mia volontà di riportare il tango là dove è nato, cioè nei bassifondi del porto di Buenos Aires, dove il tango veniva ballato da soli uomini, nudi, di fronte alle prostitute e la più bella andava a scegliere l’uomo più virile. Con Astor il tango cambia, si nutre di emozioni come la gioia, la tristezza, la nostalgia, la difficoltà di essere amato e amare, pur mantenendo le fondamenta importanti della sensualità e della sessualità. Siccome io il violino lo vedo come il corpo di una donna che deve essere amato, non esiste partitura migliore di Astor Piazzolla per vivere il violino in questo modo.
A febbraio sei salito sul palco del Teatro Ariston con Il Volo a Sanremo: come hai vissuto quell’esperienza?
È stata un’esperienza bellissima e indimenticabile. Ho provato con i ragazzi pochi minuti prima di salire sul palco dell’Ariston, dove a fine esibizione abbiamo ricevuto la standing ovation.
Com’è nata la collaborazione con Il Volo?
Ricordo che mi hanno chiamato subito dopo avermi visto nel programma di Roberto Bolle “Danza con me”. Lo share più alto è stato proprio quando ho eseguito il mio “Dorian Gray”, mentre Roberto danzava. Quel momento è stato visto da 5 milioni di spettatori e tra questi c’erano proprio di ragazzi de Il Volo con Michele Torpredine, che mi hanno chiesto se mi fosse piaciuto partecipare alla serata dei duetti a Sanremo. Ho accettato perché prima di tutto mi piacciono le sfide importanti, amo l’ecletticità, le emozioni allo stato puro e questa esperienza mi ha aiutato anche a trasmettere il messaggio che sto portando avanti con il mio lavoro, ovvero quello di far conoscere il violino in modo diverso da quello classico. Per me non esistono le etichette, non esiste la distinzione tra classico o non classico. Come fai a definire “classica” il Primo Tempo della Quinta di Beethoven se è così rock con quelle 4 note iniziali? La musica è una, non esistono le etichette di classico o rock. Come disse Leonard Bernstein, il compositore di West Side Story: “Non esiste musica classica e musica leggera, esiste musica bella e musica brutta”. Togliamo il frac da questi violini e riempiamo i teatri di giovani così come riempiamo gli stadi, la musica deve essere vissuta, non legata a una giacca e a una cravatta.
Hai girato il mondo, quindi come vedi la risposta del pubblico alla musica in Italia e all’estero?
La risposta del pubblico all’estero è diversa. C’è molta più umiltà perché la musica è vista come un vero e proprio lavoro e con studio. La musica per me non è quella dei talent show che ti rendono una star in meno di un anno per poi farti sostituire l’anno successivo dal nuovo arrivato. Per me la musica è conoscenza, se non si conosce non puoi fare il musicista o l’artista. Si devono fare i sacrifici.
E la risposta degli addetti ai lavori?
Meravigliosa. Continuo a collaborare con la Berliner Philharmoniker, con il quartetto del Teatro La Scala, con il sestetto Stradivari. Gli addetti competenti sono aperti. Se conosci le tue competenze e gli dai valore, curi i dettagli, hai disciplina, non ci sono confini.
Cosa consigli a chi vuole iniziare a studiare il violino o comunque uno strumento musicale?
Consiglio di studiare seriamente e tanto, sacrificarsi e non credere a quello che ci sta insegnando la televisione, ovvero che si diventa importanti in poco tempo. Serve studiare e impegnarsi tanto.
Prossimi progetti?
Ce ne sono tanti. Lavorerò con Dee Dee Bridgewater e sto componendo la colonna sonora per il premio Oscar Antony Molinara. Ci sarà anche un mio nuovo disco, ma non posso parlarvene ancora in maniera approfondita. Sicuramente tornerò a collaborare anche con Il Volo e Roberto Bolle.
PH. Alessandro Tocco