Giancarlo di Muoio: “Spero di portare la mia musica a più persone possibili”

Giancarlo di Muoio, Sulla Strada per raccontare la vita

Da venerdì 12 aprile è fuori su tutte le piattaforme Sulla Strada, il primo disco del cantautore e musicoterapeuta Giancarlo Di Muoio.

Rinascita e ripartenza, sono questi i concetti portanti che si possono trovare nell’ultimo progetto di Giancarlo di Muoio. Con il viaggio come metafora della vita e della ricerca della propria strada. Così, abbiamo scambiato due parole con il cantautore e musicoterapeuta, che ha raccontato del suo ultimo album e della sua avventura con la musica. Ecco cosa ha detto.

Quali sono le emozioni che si porta dietro questo album?

È stato un lavoro lungo, durato più di dieci anni. Questo è un disco che mi rappresenta molto dal punto di vista emotivo, con cose personali e cose di fantasia. Il viaggio è la metafora della vita e l’uomo, in questo viaggio, è alla ricerca della propria strada. All’interno cerco quindi di analizzare le sfumature dell’essere umano, dalla gioia alla tristezza. Per me questo album è stata una sorta di liberazione.

Rinascita e ripartenza, termini legati al disco e al viaggio…

Assolutamente sì! Aggiungerei anche, che, la cosa fondamentale per questo album, è imparare a guardare il mondo sotto un altro punto di vista. Infatti, prima vedevo e vivevo le cose quotidiane in modo quasi superficiale, poi con la nascita di mia figlia e la scomparsa di mio padre, ho iniziato a guardarmi dentro e a vivere con una nuova consapevolezza. Racconto quindi l’uomo in cammino, alla ricerca della propria via e del proprio senso della vita.

Quando hai sentito la necessità di pubblicare questo album?

È stato nell’estate del 2020 e in quel periodo ero tornato a casa (nel Cilento ndr.). Era tutto pronto, ma sentivo che mancava una traccia, un qualcosa di emotivo ed empatico. Mi sono ricordato così di una delle ultime cose che mio padre mi disse: “guarda, dovresti scrivere una canzone che arrivi dritta al cuore delle persone”. Ricordando quelle parole e preso dall’ispirazione, nacque Gerry. L’ultimo pezzettino di questo puzzle.

Al fianco di questo album, anche un ruolo nella didattica…

Ho già iniziato e finito un laboratorio sul Lago di Como e alla fine giugno partirà anche un laboratorio legato direttamente al disco; poi a settembre ci saranno anche altre date ed altri impegni più didattici. Con questo progetto riesco a far incontrare la canzone con la musicoterapia. Aristotele diceva che la musica è il linguaggio dell’anima. Ecco, utilizzo la musicoterapia per scavare in profondità, perché con la musica si riesce a far terapia ed arrivare alle emozioni delle persone.

Nella tua carriera fondamentale è stato l’incontro con Fabio Concato, con cui hai cantato Amico mio. Cos’è che ti ha insegnato?

Ha reso la mia scrittura più consapevole. Mi ha aperto un mondo, rimanendo tuttavia fedele a me stesso e alle mie emozioni. Uno degli insegnamenti più grandi, è stato però il rispetto per tutti quelli che stanno dentro e intorno alla musica. Il rispetto per le persone che lavorano insieme a te e per te.

Ci sono già delle date per poterti sentire live?

Ci stiamo lavorando e posso dire che faremo diverse date di presentazione, anche perché la musica live è il vero obiettivo per qualsiasi artista. Poi stiamo lavorando anche per la mia partecipazione al Giffoni Film Festival di luglio. Dobbiamo solo definire, ma presto comunicherò il tutto.

Cos’è che speri possano percepire le persone?

Spero di portare la mia musica a più persone possibili. Quello che ho scritto e raccontato appartiene un po’ a tutti. Non ho la verità in tasca, ma credo che ognuno di noi si sia smarrito almeno una volta nella sua vita. Ecco, io canto a quelle persone che si sono perse e che stanno cercando di riemergere. Oggi viviamo un periodo difficile e la musica può dare la possibilità di riflettere e riemergere. Spero di aiutare le persone a ritrovare la loro forza interiore.