Gaetano Scirea, uno dei più grandi giocatori della storia della Juventus e della Nazionale Italiana (con cui si laureò campione del mondo nel 1982), apprezzato da tutto il mondo sportivo anche per le sue straordinarie doti umane, è morto in un incidente stradale il 3 settembre del 1989.
“Mi chiamo Gaetano” è il nuovo singolo del compositore, autore e sceneggiatore Giuseppe Fulcheri dedicato all’indimenticato campione calcistico Gaetano Scirea, per la ricorrenza dei 30 anni dalla sua prematura morte.
La metà dei proventi ricavati dalla vendita della canzone sarà destinata alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus per sostenere l’Istituto di Candiolo, centro internazionale di ricerca e cura in ambito oncologico.
Come mai la decisione di dedicare un brano a Gaetano Scirea?
Perché, insieme a Platini, ha rappresentato nella mia infanzia e prima adolescenza un mito assoluto. La sua eleganza mai ostentata, la sua classe unica, la sua signorilità, l’aver saputo essere un difensore che non aveva bisogno di “picchiare”, i suoi modi garbati, il rispetto per l’avversario, la capacità di trasformarsi improvvisamente da difensore ad attaccante marcatore, il suo impareggiabile equilibrio… per questa e per tante altre ragioni, tra cui il fatto che porto Gaetano da sempre nel mio cuore, ho sentito la necessità di provare a scrivere una canzone a lui dedicata.
Cosa ha significato per te Scirea e cosa significa ancora oggi?
Momenti che resteranno indelebili dentro di me: la prima coppa UEFA nel ?77, la mitica finale con gol di Vignola per la vittoria della Coppa delle Coppe, ovviamente i mondiali del ?82… avevo 10 anni e non persi neanche una partita. Inoltre ricordo di aver completato il mio unico album di figurine proprio per i mondiali in Spagna. Oggi Scirea significa riconoscenza per quanto ha dato a me come bambino, ragazzo e uomo.
Com’è avvenuto l’incontro con la moglie di Gaetano e il primo ascolto del brano?
Tramite un amico comune sono riuscito a contattare Mariella Scirea, la moglie di Gaetano. Ho ottenuto un appuntamento a casa sua. Avevo registrato un provino pianoforte e voce. Mariella dopo qualche secondo dall’inizio del brano ha mostrato una forte commozione. Alla fine dell’ascolto della canzone si è alzata dalla poltrona e ringraziandomi emozionata ci siamo abbracciati. Ricorderò quell’abbraccio per sempre. Mi è sembrato, abbracciando lei, di abbracciare Gaetano.
Cosa ricordi del giorno della morte di Scirea?
Lo ricordo come un fulmine a ciel sereno, non ci volevo credere. Sono stato triste per giorni e giorni. Lo seppi come tanti da Sandro Ciotti alla “Domenica Sportiva”. Rimasi paralizzato e senza respiro. Un cazzotto violento in pieno petto.
Tu hai lavorato tanto per la TV e per il cinema: ma per quale film della tua infanzia avresti voluto scrivere la colonna sonora?
Per il cartone animato Disney “Lilli e il vagabondo”.
Prossimi progetti?
Sto scrivendo la sceneggiatura insieme a “Duccio Forzano”, regista e persona straordinari, tratta dal suo romanzo “Come Rocky Balboa”; rielaborando una nuova versione dell’Opera “La Capinera” scritta con Mogol e Gianni Bella; scrivendo nuove canzoni per altri interpreti e per me.
Ultimissima domanda, visto sei appassionato di calcio e juventino: come vedi il campionato e la Juve nella prossima stagione?
Vedo una Juve più forte che ha avuto il coraggio di cambiare per cercare un gioco più spettacolare, ma al contempo un Inter e un Napoli certamente più competitivi. Credo ci voglia pazienza (cosa non comune a noi juventini) e permettere a Sarri di avere i “suoi” tempi. Paratici, come sempre, ha fatto, secondo me, un ottimo lavoro. Conte purtroppo lo conosciamo bene, come conosciamo bene le sue qualità di tecnico e di motivatore. Certo, vederlo con la maglia nerazzurra non nascondo che faccia un po’ male, ma è un professionista e dobbiamo farcene una ragione. Ovviamente l’ossessione Champions resta in testa ai miei pensieri, ma chissà, forse Gaetano nel suo trentennale ci porterà fortuna e la prossima sarà quella giusta.