In occasione del lancio del nuovo singolo “Dove6” abbiamo intervistato Lortex.
Il giovane artista, giá seguitissimo dal pubblico, ha parlato del suo amore per la musica, del rapporto stretto con i suoi fans e i progetti futuri in cantiere.
Scegli tre aggettivi per presentarti ai nostri lettori
Se dovessi presentarmi con tre aggettivi direi che sono vero, perseverante e personale.
Innanzitutto, mi considero vero perché non ho mai usato filtri nella mia musica. Ogni volta che scrivo una canzone mi metto completamente a nudo. Non ci sono retropensieri o concetti studiati a tavolino: i brani nascono come uno sfogo e continuano ad essere tali. Nella vita in generale sono una persona vera, e nella mia musica ricerco ancora di più la verità.
In secondo luogo, mi reputo perseverante perché, seppur io abbia iniziato a scrivere canzoni a 12 anni, i risultati stanno iniziando ad arrivare solo ora. A quell’età ho capito che la musica sarebbe stata la mia strada e ciò a cui avrei voluto dedicarmi. Tuttavia, come accade spesso, all’inizio del mio percorso ho incontrato molti ostacoli e ricevuto tanti no, ma non mi sono mai arreso. Dal 2012 ho sempre continuato a lavorare sodo per il mio futuro e la mia musica. La perseveranza è fondamentale non solo in questo settore, ma anche in generale nella vita. Io penso di essere stato perseverante e di esserlo ancora oggi, nonostante a volte le cose non vadano come vorrei.
Infine, mi definisco personale perché metto completamente me stesso nelle mie canzoni. Nella mia musica scrivo di me, delle esperienze che vivo, di ciò che ascolto e percepisco dal mondo. Allo stesso tempo sono contento perché pur parlando di me stesso, della mia vita, delle mie relazioni e dei miei stati d’animo, riesco ad arrivare alle altre persone che si ritrovano nelle mie parole. Per questo motivo mi definisco personale, ma lascio comunque spazio alle persone per ritrovarsi all’interno di ciò che faccio.
Quando è arrivata la musica nella tua vita?
Ho iniziato a scrivere canzoni a 12 anni, ma in realtà la musica è sempre stata presente nella mia vita fin da piccolo perché mio padre cantava e scriveva, più per passione che come obiettivo professionale. Mi portava spesso nel nostro solaio che aveva adibito a studio insonorizzandolo con i cartoni delle uova. Ero un bambino e non avevo nemmeno preso in considerazione l’idea di fare questo nella vita, ma inconsapevolmente ho iniziato a respirare musica sin da allora.
A 12 anni ho iniziato a sentire lo stimolo di scrivere e creare qualcosa che fosse mio. Mi piaceva molto ascoltare musica, mi ha sempre accompagnato in tutte le mie giornate. Gli artisti che ascoltavo mi facevano sentire compreso, e io volevo riuscire fare lo stesso con le altre persone: desideravo e tutt’ora desidero che le persone si sentano meno sole tramite le mie canzoni.
Ricordi la prima volta che ti sei esibito?
Ricordo perfettamente la prima volta che mi sono esibito, purtroppo o per fortuna. Avevo 13 anni e avevo iniziato a scrivere da un anno. Ho partecipato ad un contest a premi in un bar di Torino, in cui ognuno cantava la propria canzone su una sorta di palchetto – un evento molto amatoriale. Sono salito non avendo la minima idea di ciò che stessi facendo: ho preso il microfono ma non mi sentivo, esibirsi in live è molto diverso dalle registrazioni in studio a cui ero abituato.
Dopo l’esibizione pessima, mi allontano con uno stato d’animo negativo e desolato. Non ero contento della mia performance e mi sono detto che non sarei mai più salito su un palco per non far succedere di nuovo una situazione del genere. Ovviamente erano frasi dettate dalla brutta esperienza iniziale: come per tutte le cose nuove, c’è bisogno di tempo per imparare ed assimilare. In realtà, infatti, non mi sono più fermato da quel contest.
-Come è nato il tuo nuovo singolo “Dove 6“?
Il singolo “Dove 6” è nato tra settembre e ottobre, dopo l’incontro con MARRA, un produttore di Milano con cui non avevo mai lavorato. Mi ha mandato una bozza strumentale che credeva adatta a me, e io ho scritto la canzone in mezz’ora. Poi sono andato a registrarla nel mio studio a Torino.
Ed è proprio rimasta quella prima versione che inizialmente sembrava un provino, non ho registrato altre volte quella canzone perché sentivo una verità assoluta in quel momento iniziale. “Dove 6” parla di una relazione d’amore ormai finita, che allo stesso tempo ti lascia qualcosa dentro. Scrivere questo brano per me è stata una liberazione dai pensieri che avevo in quel periodo inerenti alla relazione passata.
È stata registrata senza la pretesa che potesse essere un singolo, ma ascoltandola poi ci siamo tutti resi conto che si trattava di uno switch necessario nel mio percorso. Il singolo è uscito il 27 gennaio e sta andando molto bene. Sono contento perché le persone si ritrovano all’interno del testo, e per me è una delle cose più importanti.
Sei molto seguito dal mondo dei social, come vivi il rapporto con i tuoi followers?
Ho un rapporto un po’ complicato con i social, e il mio pubblico lo sa. Uso TikTok da alcuni anni ed è la piattaforma che preferisco in assoluto perché ti dà spazio ed è meritocratica. Se lavori bene e sei costante nella pubblicazione dei contenuti ti premia, a differenza di Instagram che reputo più “chiuso”.
Ho sempre puntato molto sul mondo della musica, difficilmente pubblico storie su Instagram in cui mostro i miei amici, la mia fidanzata, cosa mangio. Comprendo che a volte i followers vorrebbero poter entrare di più nella mia sfera privata per conoscermi meglio, ma credo che la mia musica abbia sempre parlato per me e che loro capiscano e apprezzino tutto ciò. Sanno che potrei non condividere nulla per un mese, ma poi quando decido di farlo è per annunciare nuova musica. Io preferisco essere seguito per le canzoni che scrivo piuttosto che per la vita che faccio.
Per quanto riguarda il nostro rapporto, amo il mio pubblico e considero tutti come una seconda famiglia, non semplicemente come fan. Parliamo molto in dm: mi scrivono le loro storie e gli do consigli. C’è veramente un bellissimo rapporto, e questo è per sempre.
C’è un artista con il quale sogni di collaborare?
Non ho mai avuto un punto di riferimento in relazione ai featuring e alle collaborazioni, ma se dovessi fare un nome sarebbe Elisa. Ricordo che in quinta elementare ascoltai “Ti vorrei sollevare” e rimasi folgorato dalla canzone, pensando fin da subito che fosse una cantante incredibile.
Un altro artista con cui sogno di collaborare è Fabri Fibra. È grazie alle sue canzoni che ho scoperto il rap, il mio genere preferito. Oltre a loro ci sono veramente tantissimi artisti con cui mi piacerebbe lavorare. Le collaborazioni fanno bene all’arte, quindi spero di avere presto occasione di farne qualcuna.
Progetti futuri?
Nel futuro ci sarà l’uscita di un mio EP e sicuramente delle date live. In generale poi tanta musica, singoli, nuove emozioni, nuove storie da raccontare. E io non vedo l’ora di farvi ascoltare tutto!