Max Dedo: "La collaborazione con Max Gazzè è sempre ricca di sorprese", ecco l'intervista realizzata all'artista in merito all'uscita del suo ultimo singolo che ha anticipato il nuovo disco di inediti.
“Inverno Maledetto” è il nuovo singolo di Max Dedo leggero e ritmato, ma allo stesso tempo malinconico che racconta di una donna ormai lontana: il pensiero fisso dell’autore, che viaggia nei ricordi di un amore finito con la speranza che esso dopo “l’inverno”, dopo un periodo duro, possa tornare. Il brano ha anticipato il nuovo album di inediti “Un posto vero“, uscito il 7 dicembre (Astralmusic/Universal Music).
Il 2 novembre è uscito il tuo nuovo singolo “Inverno Maledetto”, parlaci di questo brano e come è nato …
Nasce da un puro momento di melanconia, quella che i brasiliani chiamano “saudade”, una parola quasi intraducibile ma non aliena alla nostra cultura. Nella cultura partenopea si chiama “appocundria”, la si ritrova anche nella poesia e nella musica genovese. Ad esempio, la lirica di De André ne è pervasa: una canzone come “D’ä mê riva” è pura saudade. “Inverno Maledetto” è un brano che nasce da sentimenti di solitudine, dalla nostalgia della mia Sicilia, dei cibi e dei luoghi della mia infanzia.
Nel brano affronti il tema del senso della vita … cos’è per te il senso della vita?
“Inverno maledetto” nasce anche dalla voglia di cercare di comprendere l’universo femminile, in questa ballad la figura femminile è vista come un’occasione per scoprire il senso della vita. A volte si apre uno spiraglio che fa intravedere la verità, ma subito dopo questo si richiude lasciando un senso di illusione!
Questo brano anticipa il tuo album di inediti “Un Posto Vero”… Cosa dobbiamo aspettarci da questo tuo nuovo lavoro?
È un lavoro completamente nuovo nella sostanza e nei concetti, non possiede alcun rigore stilistico ed è suonato con la freschezza di bambini, senza però essere infantili. Si tratta di una raccolta di episodi di vita vissuta. Le canzoni sono un unico racconto diviso in più puntate in cui non c’è un solo comune denominatore che fa da collante a tutto. Tocco più volte il tema dei migranti che mi sta particolarmente a cuore e racconto molto dei disagi delle persone fuori dal coro, persone che non riescono ad esprimersi, che hanno bisogno di più attenzioni e spazio e che nell’epoca della frenesia risultano schiacciate. Persone più sensibili che si trovano in un’epoca che forse non è giusta per loro.
Il 5 gennaio suonerai all’Auditorium Parco della Musica, svelaci qualcosa del Live…
Il live è il momento che preferisco di più in assoluto, è il momento in cui mi sento più libero.
Il concerto del 5 gennaio all’Auditorium sarà una grande festa ricca di ospiti a sorpresa.
Ad accompagnare la mia band ci saranno molti strumenti a fiato e una banda di percussioni brasiliane che arricchiranno gli arrangiamenti dei brani del nuovo album.
Nella tua carriera hai lavorato con grandi artisti della musica italiana e internazionale: Elio e le Storie Tese, Max Gazzè, Sting, James Taylor solo per citarne alcuni … c’è una collaborazione che ricordi con particolare affetto?
Una in particolare è quella con Max Gazzè con cui lavoro da qualche anno. È una collaborazione artistica molto stimolante e ricca di sorprese.
Qual è stato il momento più significativo per la tua carriera?
La mia carriera è in continua evoluzione e ogni giorno riesco a stupirmi per quello che mi succede, il mio è un lavoro esaltante in continua mutazione, non c’è un momento più significativo di un altro, forse il momento più significativo è quello che sto vivendo proprio con l’ultimo album.