Specchi Opposti: “Battisti fa parte del nostro DNA”

Specchi Opposti: "Battisti fa parte del nostro DNA", ecco cosa ci ha raccontato il duo nel corso di un'intervista a Bellacanzone.

È uscito martedì 19 maggio “La sposa occidentale”, il singolo degli Specchi Opposti su etichetta Prosincro e distribuito da Artist First, originale rivisitazione del brano scritto da Lucio Battisti con il testo di Pasquale Panella e contenuto nell’omonimo album, il diciottesimo dell’artista di Poggio Bustone,  pubblicato il 10 ottobre del 1990.

Come nasce invece il progetto Specchi Opposti?  

Il progetto nasce da un incontro, da un’ esigenza, da un punto in comune che si può definire amicizia e scorre attraverso la musica con il tentativo e l’illusione di creare qualcosa di nuovo, dimenticare per realizzare, gli specchi opposti riflettono e paradossalmente in contrasto diventano complici.

Perché avete scelto La sposa occidentale come brano da rivisitare?

Non abbiamo scelto “solo” la sposa occidentale ma diverse canzoni dell’ultimo periodo di “battistiana non memoria”, ovvero gli ultimi cinque album, quelli scritti insieme a Pasquale Panella. Abbiamo lavorato per mesi sulle canzoni, strutture, legando il passato al nostro passo (inteso come cammino) e ci siamo ritrovati davanti a tanti capolavori assoluti, dove la linea melodica si perdeva un pò (parer nostro ovviamente) tra l’arrangiamento e l’esecuzione. Il nostro è stato un lavoro di restauro con tutto il rispetto per l’origine e l’originale.

Quanto è stato importante Lucio Battisti per la vostra formazione musicale?

Battisti fa parte del nostro DNA. È un respiro a cielo aperto, un volo per più generazioni, dove la musica italiana si spoglia e diventa internazionale senza perdere comunque la radice che rimane intatta alla base. Di Battisti si ama tutto, nasconde e confonde, arpeggia e se ne va….

Come avete vissuto questo periodo di “reclusione”?

Dentro un luogo fermo, concreto, a portata di mano, con vuoti da riempire, contenitori contenuti, ricercatori d’aria compressa.

Come vedete il futuro della musica dal vivo in Italia?

Bisogna rivangare il futuro cercando nuove forme per sostenere la musica dal vivo. Sostenere è una parola che sento spesso e non è un caso se le prime tre lettere (sos) sono in cerca d’aiuto, prima di sostenere però dobbiamo disordinare un pò noi stessi, le nostre convinzioni e il senso comune delle cose, trovare forme e formule è un dovere esistenziale assoluto, la promozione è una conseguenza dell’opera, non va consegnata.

Dove vi vedremo/ascolteremo nei prossimi mesi?

Credo da nessuna parte ora, poi ovunque si spera.